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Una biblioteca online su Bettino Craxi

Ad integrazione dei dieci volumi già dedicati all’opera di Bettino Craxi, la Fondazione Socialismo, nella ricorrenza ventennale della sua morte, ha deliberato la realizzazione di un progetto di ricerca denominato “Biblioteca Craxi online” da mettere a disposizione gratuitamente di quanti intendano continuare a riflettere, conoscere, approfondire non solo quanto egli fece in vita ma soprattutto come la sua azione ed il suo pensiero politico siano stati valutati, studiati, ricostruiti dopo la sua morte, nel corso di questi due ultimi decenni. Le linee del progetto di ricerca sono state definite nel novembre 2019, affidandone la realizzazione alla direzione di Vito Gamberale ed alla costruzione tecnico-scientifica di Raffaele Tedesco. Esso è attualmente in fase di avanzata elaborazione e se ne prevede il completamento e la messa online entro il prossimo febbraio 2020. La Biblioteca conterrà un completo database di quanto elaborato e pubblicato, reso pubblico e/o messo online relativo a Bettino Craxi e alla sua azione politica dopo il 19 gennaio 2000 nelle più diverse forme: dall’articolo o intervista apparso su di un quotidiano, al volume contenente una approfondita ricerca storica, dall’intervista televisiva ed al filmato memorialistico.
Nel realizzare questa ulteriore opera da mettere a disposizione di tutti, la Fondazione Socialismo intende confermare i principi che la ispirarono fin dal 2002 nella costruzione della ricerca storico-critica che ha trovato realizzazione nei 10 volumi sopra ricordati : sostituire la storiografia all’agiografia ed anche alla nostalgia; combattere la polemica sterile ed aprioristica raccontando la verità, tutta la verità, con tutte le sue ragioni; farla conoscere e diffonderla ovunque.

Di Raffaele Tedesco – Il 19 gennaio di vent’anni fa, moriva ad Hammamet Bettino Craxi. Vent’anni sono tanti, o si spera che siano almeno un tempo sufficiente a far si che la riflessione sul leader socialista possa assumere i tratti che la sua statura politica comunque merita. Fuori da cornici fatte solo di “sentimenti e risentimenti”, che non creano categorie politiche attraverso cui giudicare una vicenda complessa, non riassumibile in discorsi manichei, decontestualizzati e non di rado moralistici. Il moralismo è la migliore via per l’isterilimento della discussione, quando è invece tempo di andare avanti. Infondo, è quello che prima l’Associazione Socialismo, ora trasformatasi in Fondazione Socialismo, tenta di fare dalla sua istituzione, attraverso lo studio e la ricerca, supportata dalla rivista Mondoperaio, oggi di proprietà della Fondazione stessa.
Per questa ricorrenza, la Fondazione ha deciso di provare a mettere in rete, con libertà di chiunque di accedervi in maniera completamente gratuita, una importante mole di documenti riguardanti, direttamente o indirettamente, la figura di Bettino Craxi dalla sua morte ai giorni nostri. Un data base, quindi, che ha anche la possibilità di continuare ad arricchirsi nel tempo. Saranno presenti varie sezioni argomentative, in cui troveranno spazio sia articoli di giornali o riviste, sia testi monografici, sia materiale video.
Siamo coscienti della fallacità di ogni posizione che si auto-definisce “oggettiva”. Non è questo il nostro intento, perché non abbiamo questa presunzione. Come non ci preoccupiamo con questo lavoro di dimostrare una tesi. Le nostre idee sono nei testi e nei convegni che abbiamo fin qui prodotto. Ma il nostro intento è di voler mettere a disposizione di tutti una documentazione che dia anche l’idea di ciò che è successo in questi anni rispetto alla discussione sulla figura di Craxi. Non solo “cosa”, ma anche “come” si è discusso.
Certo non mancherà documentazione sui capitoli più importanti ed identificativi della vicenda politica dell’ex segretario del Partito socialista italiano. Ma ci sarà anche altro. Basti pensare al fatto che il nome di Craxi lo si ritrova sempre paragonato a personaggi politici che, senza entrare nel merito, sono comunque di “rottura”. Uno è ovviamente Berlusconi. L’altro è stato Matteo Renzi. La “strumentalità” è stata uno dei tratti più costanti con cui è stata usata la figura di Craxi, adombrandone sovente la sua propria dimensione storico-politica e rimandandone l’uscita dal quel cono d’ombra in cui molti vorrebbero rimanesse confinato.
Non che tutto sia rimasto statico in questi anni, pur se non sfuggono affatto cambiamenti di posizioni che sanno di opportunismo e che seguono la logica del “il mio amico è il nemico del mio nemico”. A questi, comunque, si affiancano riflessioni di certo vere e sentite da parte di personaggi che all’epoca di Tangentopoli erano acerrimi nemici di Bettino. Il tempo, delle volte, riporta la ragione. Pur se, per esempio, la diatriba sulla toponomastica mostra ancora i limiti di una discussione che dovrebbe andare ben oltre una via, tanto da restituirci una visione chiara non solo di un personaggio importante, ma di un periodo storico da cui l’Italia pare ancora non essersi ben ripresa.
La nostra ricerca vuole prima di tutto dare uno strumento in più di comprensione. Non ha pretese di completa esaustività, ma nutre la speranza che sia utile soprattutto alle nuove generazioni. Quelle che devono utilizzare il passato per ben costruire il presente e il loro futuro. Essenziale per questo, però, è avere una visione della storia la più completa possibile; fuori da stereotipi deformati, da luoghi comuni statici, da vulgate grette. E fuori anche “da un eccesso di violenza nella polemica politica, nella critica, nel linguaggio e nei comportamenti. E la violenza non può far altro che generare violenza nei giudizi, nei sentimenti, nelle passioni, negli animi”, come Craxi ebbe a dire nel 1992, e le cui parole noi facciamo nostre perché riteniamo siano ancora attuali.
Il 19 gennaio è un appuntamento importante con la storia non solo di Bettino Craxi, ma del nostro paese. Usciranno libri, si organizzeranno convegni, nelle sale cinematografiche avremo la possibilità di vedere dei film. La responsabilità di ognuno è di non sprecare questo appuntamento.

 

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