Nel 2019 la rivista Mondoperaio è stata acquisita dalla Fondazione Socialismo presieduta da Gennaro Acquaviva, ed il direttore Luigi Covatta viene affiancato dai condirettori Tommaso Nannicini e Cesare Pinelli. E’ solo l’ultimo capitolo della lunga storia della più antica rivista politica della sinistra italiana, l’unica che sia sopravvissuta agli scioglimenti e riorganizzazioni degli ultimi anni.
La storia della rivista Mondo operaio inizia nel 1948 come settimanale fondato da Pietro Nenni e dai suoi sostenitori. Nel 1953 diventa la rivista teorica del Psi ed adotta la periodicità mensile. Direttore è ancora Nenni, nel 1956, tuttavia, viene nominato un condirettore nella persona di Francesco De Martino. E’ su Mondo Operaio che compaiono gli articoli di Nenni sul XX congresso del Pcus e sulla rivoluzione ungherese, articoli che segneranno la fine del frontismo socialcomunista e segneranno da quel momento il ruolo di Mondo Operaio come rivista innovativa e infine la voce del moderno revisionismo socialista. Dal 1958 De Martino assume la direzione del mensile, affiancato da Raniero Panzieri come condirettore; si sviluppano in parallelo due revisionismi, accomunati nella condanna dello stalinismo e nella critica al Pci, ma contrapposti riguardo alle prospettive del movimento operaio in Italia: da un lato Antonio Giolitti, Riccardo Lombardi, Gaetano Arfè, Roberto Guiducci, che parteciperanno all’esperienza dei governi di centrosinistra; dall’altro Panzieri, Vittorio Foa, Lucio Libertini, Alberto Asor Rosa: che invece saranno all’opposizione del centrosinistra, con un ruolo nei movimenti extraparlamentari degli anni ’60. Con De Martino come direttore affiancato da Gaetano Arfè ed Antonio Giolitti, la rivista espone il programma del centro-sinistra, poi la discussione sull’unificazione del Psi col Psdi. Nel 1972 assume la direzione Federico Coen: la testata diventa MondOperaio. La rivista conserva la memoria dell’esperienza di centro-sinistra con, tra gli altri, Giuliano Amato, Gino Giugni, Luciano Cafagna, Paolo Sylos Labini, ma riprende anche il dialogo coi movimenti, con Paolo Flores d’Arcais e Giampiero Mughini. Nel 1974 è Norberto Bobbio, con la sua critica alle lacune della dottrina marxista dello Stato a marcare il revisionismo di MondOperaio in senso liberalsocialista. Negli anni 70 MondOperaio sostiene il cosiddetto “nuovo corso” del Psi e il Progetto Socialista del 1978. Nel 1985 con la direzione di Luciano Pellicani si approfondisce la direzione liberalsocialista e la rivista diventa compiutamente l’espressione culturale della stagione politica di Bettino Craxi. Nel 1994 con la crisi del Psi cessa le pubblicazioni, ma le riprende quasi subito come rivista del partito dei Socialisti Italiani e poi dei Socialisti democratici italiani, prima diretta da Alberto La Volpe e poi da Claudio Martelli con una grafica rinnovata. Nel 2000 ritorna alla direzione Luciano Pellicani, la rivista recupera anche sotto l’aspetto grafico oltre che culturale una certa continuità con la stagione degli anni 80. Nel 2009, ha inizio una nuova serie con la direzione di Luigi Covatta. Collaborano molti dei protagonisti delle stagioni precedenti: oltre ad Amato e Cafagna, Gennaro Acquaviva, Ugo Intini, Pio Marconi, Cesare Pinelli, con studiosi più giovani come Mario Ricciardi, e personalità esterne alla tradizionale area socialista come Giuseppe De Rita, Claudia Mancina, Enrico Morando, Paolo Pombeni, Michele Salvati, Giulio Sapelli. Oggi la rivista ogni mese prosegue il suo percorso di rassegna del pensiero e dei valori del socialismo riformista in Italia e in Europa.